Uno dei concetti più difficili da applicare e soprattutto da valutare, in ambito di preparazione fisica, è proprio il “transfer”. Con questo termine anglofono altro non vogliamo intendere se non il “trasferimento” di una capacità od abilità dall’ambito della preparazione generale (o di allenamento nel senso più ampio del termine) alla prestazione di gara con cui abbiamo a che fare.
La preparazione fisica
Ricordiamo sempre che nella preparazione atletica ci si muove sempre dal generale allo specifico. Ossia prima si lavora sulle capacità organico muscolari in generale e solo successivamente si passa ad allenarle nello specifico della prestazione.
Ovviamente è molto più facile valutare progressi (o regressi) di una preparazione quando lo sport possieda movimenti codificati e inderogabili nella loro esecuzione (gli anglofoni userebbero il termine “closed skill”). Il CrossFit® ad esempio, pur nella sua estrema varietà è uno di questi, come anche l’atletica leggera, la pesistica, il nuoto.
Il discorso si fa più complesso in sport aperti in cui la prestazione di gara non è determinata in anticipo (definiti anche come “open skill”). Pensiamo ad esempio agli sport da combattimento od agli sport di squadra.
Il transfer
Fatta questa premessa nella preparazione fisica generale si utilizzano alcuni esercizi invece di altri proprio per la loro estrema capacità di “trasferire” le capacità acquisite verso altri movimenti. Una delle regole è che esercizi a maggior reclutamento neuromuscolare influenzino esercizi a minor reclutamento ma non il contrario.
Ecco spiegato uno dei motivi per cui difficilmente possano mancare i fondamentali in una seria preparazione, come squat, panca e stacco. Così come alcuni movimenti della pesistica olimpica (sempre che si abbia tempo di apprenderli correttamente). E come, infine, i classici esercizi di spinta, tirata ed isometria della ginnastica, oppure i classici movimenti ciclici come corsa, vogatore ed ergometri vari.
Ecco perché nella preparazione atletica si fa squat invece di mescolare l’insalata, anche se il secondo lavoro per qualcuno possa essere più stancante del primo.