Introduzione
Puntuale come le più salde tradizioni, poteva forse mancare il mio articolo, indipendente ma orgogliosamente di parte, sui CrossFit Games 2023?
Prima di iniziare questo viaggio, se non sapete bene cosa sia il CrossFit, quale migliore occasione per dare uno sguardo al mio articolo “Cos’è il CrossFit“?
La scorsa edizione della compagine sportiva, che stabilisce gli atleti più in forma del pianeta, aveva sancito ben 3 conferme: nella categoria “individual” le vittorie di Justin Medeiros e Tia-Clair Toomey e, nella categoria a squadre, la vittoria di CrossFit Mayhem Freedom capitanata da Rich Froning. Vi anticipo subito che quest’anno vedremo volti nuovi ergersi sul gradino più alto del podio.
E vedremo tante alte cose. Ma procediamo con ordine.
Abbandoni, conferme, telenovele e ritorni
Ritiri eccellenti
Chi, purtroppo, non vedremo in questi CrossFit Games 2023 sono due leggende di questo sport: la esa-vincitrice Tia-Clair Toomey, 6 vittorie consecutive nella categoria individual, ed il deca-vincitore Rich Froning, 4 vittorie consecutive nella categoria individual e 6 vittorie nella categoria a squadre.
L’atleta australiana, nello scorso anno, si è dedicata a costruire la sua famiglia con il marito Shane Orr. E come farlo nella maniera più vera ed autentica che mettere al mondo il proprio figlio? Il 9 maggio 2023, infatti, è nata Willow. Dopo questi mirabili successi sportivi, un motivo più che legittimo per prendersi una pausa dal CrossFit!
Per quanto riguarda invece Froning, nonostante avesse partecipato alle qualifiche per la categoria 35-39 anni, e nonostante si fosse qualificato in 2° posizione, nel mese di maggio ha dichiarato che non avrebbe partecipato ai Games. Che progetti avrà per il futuro?
Ultimo saluto a Madison
In tema di abbandoni futuri, prepariamoci per l’ultimo saluto alla città di Madison. Questa è stata l’ultima volta che la città statunitense, fondata nel 1837 e capitale dello Stato del Wisconsin, che prende il nome da James Madison, 4° presidente USA, ospiterà i CrossFit Games. Era dal 2017 che qui venivano disputati i giochi, si si escluse l’edizione “pandemica” del 2020 tenuta a porte chiuse nel ranch di Dave Castro ad Aromas, in California. Ancora nessuna notizia su quale potrebbe essere la nuova città ospitante, ma molto probabilmente sarà ancora negli Stati Uniti. Staremo a vedere.
La telenovela del CrossFit
Focalizziamoci un momento in ambito dirigenziale, per quanto possa essere tedioso. Come ben sapete, dopo la torbida defenestrazione del padre fondatore Greg Glassman, nel 2020, il posto di CEO era stato affidato a Eric Roza nel luglio dello stesso anno. Tra le sue decisioni, nel gennaio 2022, il licenziamento dello storico direttore sportivo generale Dave Castro, anima dei Games, sostituito da Justin Bergh.
Bergh aveva affidato ad Adrian Bozman il ruolo di direttore dei CrossFit Games 2022. Nel febbraio 2022 Roza aveva lasciato il posto di CEO, rimanendo sempre nella dirigenza. Dopo 6 mesi di interregno, è stato nominato Don Faul come nuovo (ed attuale) CEO dell’azienda.
Oltre a ciò, proprio durante quell’interregno, è stato richiamato Dave Castro, in un primo tempo solo come “affiliato chiave”. Ma, a giugno 2023, Bergh ha lasciato la società e Castro è stato nuovamente promosso. Ergo, per l’organizzazione e la gestione dei CrossFit Games 2023, ci aspetta una diarchia: Castro come direttore sportivo generale e Bozman come direttore dei Games. Termina qui questa puntata della telenovela. Ci vediamo alla prossima.
Ora dobbiamo parlare di alcune bandiere che sono più uguali di altre.
La questione delle bandiere
Anche in questa edizione, CrossFit ha deciso di perseverare nella decisione, presa lo scorso anno, di rimuovere le bandiere russe e bielorusse dai profili degli atleti (qui il comunicato). Perché, si sa, durante gli eventi sportivi, non avere la propria bandiera accanto al proprio nome nella grafica, è una cosa che mette in serio pericolo la vittoria in guerra.
Per quanto riguarda le bandiere dal vivo, nella cerimonia di apertura oppure sul podio, Dave Castro ha dichiarato che è stata lasciata libertà di scelta agli atleti perché “noi non entriamo in politica” (come se togliere solo alcune bandiere dalle grafiche non fosse un gesto politico).
Comunque, se non erro, tra le bandiere issate dagli organizzatori sul perimetro di una delle due arene in cui si sono svolti i giochi, “North Park Stadium”, ho visto garrire al vento anche la bandiera russa.
Qualche atleta russo ha deciso di sfilare con la propria bandiera: è stato il caso della squadra “CrossFit Fly High Kolesnikov Team”. Gli altri hanno sfilato senza bandiera, come mai? Scelta politica convinta? Conformismo messo in atto per quieto vivere?
E pensare che un russo ha rischiato seriamente di vincere…
Il cammino verso i CrossFit Games 2023
Gli Open
Il cursus per giungere ai Games si è snodato in varie fasi, la prima della quali sono stati gli “Open”. Strutturati su 3 WOD usciti tra febbraio e marzo, rappresentano non solo il primo passaggio obbligato per accedere ai livelli successivi ma spesso, nei 14mila box CrossFit sparsi per il mondo, sono anche l’occasione di mettersi in gioco e testarsi. Quest’anno si sono iscritte 322mila persone agli Open. Tra tutti i più forti si sono dimostrati il canadese Jeffrey Adler e la statunitense Mallory O’Brien.
I Quarterfinals
Il 10% migliore delle categorie individual (per l’Europa, ad esempio, parliamo di 6015 uomini e 3999 donne), il 10% più forte tra gli “age group” ed il 20% più forte tra le squadre (per l’Europa parliamo di 69 squadre), hanno avuto accesso alla seconda fase di qualificazione: i quarti di finale (“Quarterfinals”). Invece i 10 più forti tra gli atleti con disabilità sono andati direttamente ai Games (5 categorie partecipando a distanza, mentre altre 3 direttamente a Madison).
I quarti di finale, come gli Open, si sono tenuti a distanza, ciascuno nel proprio box di appartenenza e si sono svolti in un fine settimana, tra il 16 marzo ed il 2 aprile, in base alle categorie. Per gli individual, ad esempio, si sono tenuti dal 16 al 19 marzo e sono stati strutturati su 4 WOD. Ovviamente, rispetto agli Open, sono aumentati la difficoltà tecnica ed i carichi dei vari workout.
Le Semifinals
Il terzo ed ultimo passaggio prima dei Games sono le “Semifinals”. Per le categorie individual e squadre sono stati svolti 7 eventi in giro per il mondo, dal 18 maggio al 4 giugno. Nel caso dell’Europa, la semifinale si è tenuta a Berlino, dal 1° al 4 giugno e vi hanno partecipato i più forti 60 uomini, 60 donne e 40 squadre usciti dai quarti di finale. Rispetto l’anno scorso, in cui gli organizzatori degli eventi avevano molta più libertà sui workout, quest’anno in tutte le semifinali si sono svolti gli stessi WOD decisi da CrossFit stessa.
Per le categorie master (oppure “age group” che dir si voglia) le loro semifinali si sono tenute a distanza, tra il 28 ed il 30 aprile, ed hanno coinvolti i migliori 30 uomini e 30 donne per ciascuna categoria.
La gara
Come atto finale di questo impegnativo cursus sportivo, siam giunti finalmente all’evento CrossFit Games 2023, che si è tenuto nella già citata Madison dal 1° al 6 agosto. La nuova diarchia Castro-Bozman, il canto del cigno di Madison, la voglia di competere degli atleti, saranno stati all’altezza delle aspettative nel dare vita a questa 17° edizione dei giochi?
Atleti e categorie
Come nella scorsa edizione, anche quest’anno erano 14 le categorie nelle quali gli atleti si sono dati battaglia, considerando anche che ogni categoria, escluse le squadre, era declinata sia nella versione maschile che in quella femminile.
Partendo da giovani e “diversamente giovani” (che in termini tecnici sono definiti “age group”), un tratto distintivo del CrossFit che si è sempre posto la missione di portare lo sport per tutto il districarsi della nostra esistenza terrena, sono stati organizzate le seguenti categorie in base all’età: 14-15 e 16-17 tra i giovani, 35-39, 40-44, 45-49, 50-54, 55-59, 60-64, 65+ per i diversamente giovani. Per ciascuna categoria hanno partecipato 10 maschi e 10 femmine, per un totale di 180 atleti.
Continuando con le squadre (categoria “team”), formate ciascuna da 2 maschi e 2 femmine, ben 38 compagini si sono affrontate a Madison, per un totale di 152 atleti.
Per quanto riguarda invece le categorie “adaptive” ossia per le persone con disabilità, 3 delle 8 suddivisioni hanno partecipato dal vivo ai Games: upper extremity (disabilità negli arti superiori), lower extremity (disabilità negli arti inferiori) e multi extremity (disabilità negli arti superiori ed inferiori). In ciascuna categoria erano presenti 5 maschi e 5 femmine, per un totale di 30 atleti adaptive.
Terminando con la categoria regina, ossia gli “individual”, che raccolgono gli atleti dai 18 ai 34 anni, ben 40 erano i partecipanti per ciascuno dei due sessi, ossia 80 totali.
Ergo, ben 442 atleti hanno calcato il campo gara in questi CrossFit Games 2023. A quali prove sono stati sottoposti?
Le prove e le critiche
Gli individual hanno dovuto affrontare 12 eventi, le squadre 11, gli age group e gli adaptive 8.
Come ben sapete negli eventi dei Games tutto è portato all’estremo: le intensità, i volumi, la difficoltà tecnica, i carichi. E, come spesso è accaduto, ogni evento possiede un nome proprio.
Gli atleti sono stati testati su prove specialistiche fondate su un solo dominio: pesistica (“Olympic Total”), ginnastica (“Inverted Medley”) o monostrutturale (“Ride” e “Cross-Country 5k”). Così come su prove ibride in cui vi era mescolanza dei domini (ad esempio “Pig Chipper” o “The Alpaca Redux”).
Nonostante la maggior parte dei workout fossero misti a livello metabolico (ad esempio “Helena” o “Eco Thruster Final”), della durata tra i 5 ed i 10 minuti ed in cui il sistema dominante quantitativamente era quello aerobico inframmezzato da sforzi lattacidi, vi sono state prove completamente alattacide (“Olympic Total”) come anche prove di capacità aerobica (“Ride” e “Cross-Country 5k”).
Come da tradizione, in ogni edizione vengono inseriti nuovi movimenti, anche se stavolta, rispetto all’anno scorso, la cosa è stata più contenuta: è stato inserito solo un nuovo movimento nella ginnastica (il pull over).
Non sono mancate ovviamente critiche. Qualcuno ha storto il naso del fatto che, se si esclude la prova “Olympic Total”, con i massimali di Snatch e Clean e Jerk, il bilanciere si è visto solo nell’evento finale. Oppure si sono levate critiche sulle tante prove che favoriscono gli specialisti. E poi le critiche hanno riguardato i tagli…
I “tagli” ed i punteggi
Non tutti gli atleti hanno dovuto affrontare la totalità degli eventi. Nonostante non siano mai piaciuti del tutto, quest’anno sono stati inseriti ben 2 tagli nelle categorie “individual” e “team”. È stato lo stesso Dave Castro a prendere la decisione ed a motivare questa scelta con un triplice scopo: rendere la gara più snella; permettere al pubblico di poter fruire meglio della competizione, sia in video che dal vivo, visto che le fasi finali sarebbe state più concentrate dopo i tagli; poter creare WOD finali ancora più “creativi” (qui le sue parole).
Ecco che quindi, alla fine del secondo giorno di gara, avrebbero proseguito solo i primi 30 in classifica. E dopo il terzo giorno di gara, gli 10 ultimi in classifica sarebbero stati eliminati. Solo 20 individual e 20 squadre hanno pertanto affrontato la giornata finale.
Per quanto riguarda i punteggi degli individual e delle squadre, il vincitore di ogni evento acquisisce sempre 100 punti. Negli individual, fino al primo taglio, le altre posizioni scalano di 3 punti (100-97-94-91…). Prima del secondo taglio le altre posizioni scalano di 4 punti (100-96-92-88…). Negli eventi finali, invece, ci sono 5 punti tra le varie posizioni (100-95-90-85…)
Nelle categorie age group, in cui non erano previsti tagli, i punteggi scalavano di 10 punti: 100-90-80-70 e così via.
Nelle categorie adaptive, essendo solo 5 atleti, i punteggi sono stati i seguenti: 100-75-55-30-15.
Gli italiani ai CrossFit Games 2023
Quest’anno l’italica compagine ai CrossFit Games 2023 è stata più snella di altre edizioni, potendo contare solo su 4 atleti. Ma facciamo un passo indietro e torniamo all’evento semifinale europeo.
Ben 18 sono stati gli italiani alle semifinali di Berlino, 10 nelle categorie individual e 8 nelle squadre. Tra gli individual hanno partecipato, in ordine rigorosamente alfabetico, per gli uomini Pietro Anderloni, Emanuele Biviano, Federico Marra, Iurii Marincenco, Tommaso Pieri, Emilio Rossini ed Enrico Zenoni; per le donne Elisa Fuliano, Jasmine Ghilardi e Valentina Magalotti. 2 sono state invece le squadre italiane: “CrossFit Bad Beast” con Cecilia Ferrero, Frederick Husson, Gianlorenzo Lucchesi ed Elettra Sirotic e “CrossFit Senigallia” con Andrea Barbotti, Gaetano Pezzullo, Marta Ricottini e Chiara Salandra.
La gara europea avrebbe decretato gli 11 uomini, le 11 donne e le 10 squadre che avrebbero gareggiato ai CrossFit Games 2023. Purtroppo, tra gli italiani, solo Elisa Fuliano, con il 9° posto, è riuscita a bissare il successo dello scorso anno e tornare a Madison da protagonista. Zenoni, il primo tra gli italiani, non riesce invece a fare il bis ed arriva solo 17°. Tra le squadre, nonostante una dura battaglia fino alla fine, “CrossFit Senigallia” giunge purtroppo al 12° posto.
Prima ancora della Fuliano e prima ancora degli “anziani”, il primo degli italiani che si è qualificato ai Games è stato l’esordiente Antonio Silvestro, nella categoria “adaptive” denominata “multi extremity” (nello specifico Antonio è nato con una emiparesi al lato destro del corpo). In questa categoria, erano direttamente gli Open che avrebbero decretato i 5 qualificati ai Games, ed Antonio è arrivato 4°.
Nelle categorie “age group” in semifinale sono arrivati Antea Longo nella 35-39, Alessandro Chiarolanza nella 40-44, Andrea Di Salvatore nella 45-49, Giulio Silvino nella 50-54, Antonio Boldrini ed Emanuela Scarpelli nella 55-59, Gerardo Schiatti nella 60-64.
Dalle semifinali hanno strappato il biglietto per i Games in 3: Andrea Di Salvatore con l’8° posto, Giulio Silvino con 1° posto e Gerardo Schiatti con il 10° posto. Purtroppo uno tra gli italiani più quotati per la vittoria finale, ossia Giulio Silvino (con cui ho fatto una bella diretta tempo fa) si è infortunato al femorale pochi giorni prima dei giochi e non ha quindi potuto partecipare.
Ecco quindi che la nostra compagine ai Games è stata ridotta a solo 4 atleti: Elisa Fuliano, Andrea Di Salvatore, Gerardo Schiatti ed Antonio Silvestro.
Come si saranno comportati? Lo scopriremo più avanti. Ora ci aspetta la classifica dei WOD.
I WOD più brutti dei CrossFit Games 2023
Come oramai impone una consolidata tradizione nei miei articoli sui Games, indipendenti ma sempre di parte, poteva non essere presente la classifica degli eventi più belli e di quelli di più brutti?
3° posto: Parallel-bar Pull Up
Sul gradino più basso del mio personale antipodio figura il penultimo evento della gara individual, il numero 11, ossia “Parallel-bar Pull Up”. In questo workout si dovevano completare 8 giri, nel più breve tempo possibile, con una camminata andata e ritorno sulle parallele senza appoggiare i piedi, 30 salti doppi con la corda pesante ed il trascinamento di una pesante slitta di 155/130kg.
L’evento è stato vinto dal canadese Brent Fikowski in 7:45 e dall’ungherese Laura Horvath in 8:36. Senza nulla togliere alla tremenda fatica per gli avambracci degli atleti, e nonostante questo WOD ci abbia regalato uno dei momenti più epici dell’intera competizione (di cui parleremo più avanti) non mi è molto piaciuta la mescolanza degli esercizi, l’ho trovata poco intrigante.
2° posto: Cross-Country 5k
Medaglia d’argento per i 5km di corsa dell’evento numero 7, ossia “Cross-Country 5k”.
I primi a terminare questa simpatica corsetta sono stati il belga Jelle Hoste in 16:39 e la canadese Emily Rolfe in 17:48. Come ben sapete i lunghi lavori composti da solo monostrutturali non mi affascinano, né a farli né tantomeno a vederli, pur riconoscendogli un loro importante ruolo nella costruzione di una solida resistenza aerobica.
1° posto: Ride
A mio insindacabile giudizio si può fregiare del titolo di WOD più brutto dei CrossFit Games 2023 l’evento inaugurale per la categoria individual, cioè “Ride”. Il workout era composto da un percorso pianeggiante, misto tra terra ed erba, che gli atleti dovevano percorrere in mountain bike, più una parte a piedi, e completare più giri possibili in 40 minuti.
L’evento è stato vinto dal finlandese Jonne Kosky e dalla canadese Emma Lawson che avevano iniziato l’ottavo giro ed erano davanti a tutti gli altri. Se già i 5 chilometri di corsa in piano mi erano sembrati noiosi e monotoni, figuratevi 40 minuti in bici.
I WOD più belli dei CrossFit Games 2023
Come ogni sano contrappasso dantesco, ci aspettano adesso i più bei workout dei CrossFit Games 2023. Via!
3° posto: Muscle-up Log
Al terzo posto ho deciso di inserire l’evento numero 10, ossia “Muscle-up Log”. Il workout era strutturato da 5 giri composti ciascuno da 7 muscle up agli anelli e 3 ostacoli, di altezza crescente, che dovevano essere superati portando con sé una sacca. Le sacche per i primi 4 giri pesavano 70kg/45kg mentre, nell’ultimo giro, avevano un peso di 90kg/55kg.
L’evento è stato vinto dal canadese Jeffrey Adler in 7:28 e da Laura Horvath in 8:41. Il WOD mi è piaciuto in quanto univa un movimento di ginnastica ad alto tasso tecnico, come i muscle up agli anelli, ad una prova muscolare di resistenza alla forza, come il trasporto della sacca e lo scavalco degli ostacoli.
2° posto: Helena
Si aggiudica il secondo posto l’evento 6, ossia “Helena”, rielaborazione di una delle più classiche “ragazze” del CrossFit, ossia “Helen”. Il workout era strutturato in 3 giri composti da 400 metri di corsa, 12 muscle up alla sbarra e 21 snatch con un manubrio da 22,5kg/17,5kg.
L’evento è stato vinto da Jeffrey Adler in 7:56 e dall’australiana Jamie Simmonds in 8:27. L’ho gradito non poco perché racchiude magistralmente le 3 aree del CrossFit, ginnastica, pesistica e monostrutturale. E poi tutti possono farlo, in ogni box del mondo, e confrontarsi con i più forti.
1° posto: The Alpaca Redux
Il WOD più bello dei CrossFit Games 2023 è un evento dello scorso anno. Ebbene sì, perché questo evento era stato ideato per i Games 2022 ma, a causa del maltempo, fu svolto in maniera ridotta. Sto parlando dell’evento 4, ossia “The Alpaca Redux”.
L’evento prevedeva di trascinare una pesante slitta che trasportava 6 kettlebell da 32kg/24kg lungo 3 tratti di campo, ad ogni tratto si lasciavano 2 kettlebell. Poi si dovevano completare 3 giri composti da 2 arrampicate alla fune senza gambe, 12 clean e jerk con doppio kettlebell e poi trascinare la slitta per 1 tratto, caricando le kettlebell appena utilizzate.
L’evento è stato vinto dal russo Roman Khrennikov in 12:34 e dalla svedese Emma Tall in 15:54. Ho deciso di dargli il titolo di “WOD più bello” perché ha rappresentato quegli sforzi portati allo stremo che caratterizzano i Games. Un WOD che, però, rispetto ad una “Helena”, non è possibile rifare nei box, sia per questioni meramente logistiche ma anche perché noi comuni mortali non riusciremo a completarlo nemmeno in 1 ora.
I vincitori dei CrossFit Games 2023
Dopo aver esaudito ogni nostra curiosità su questa 17° edizione dei Games, è giunto il momento di conoscere ufficialmente i vincitori e di sapere cosa si è svolta questa quattro giorni intensi di gara.
Simpatiche statistiche
Come deve essere un atleta da CrossFit? Un paio di simpatiche statistiche provano a rispondere a questa domanda.
Tra gli uomini individual, l’età media è 27 anni, i più giovani hanno 21 anni (Dallin Pepper, James Sprague, Jack Farlow) ed il più anziano 39 (Jason Smith). L’altezza media è 1,84m, i più alti sono 1,90m (Brent Fikowski, Jayson Hopper, James Sprague) ed il più basso 1,63m (Colten Mertens). Il peso medio è 94kg, il più pesante pesa 103kg (Roman Khrennikov) ed il più leggero 82kg (Colten Mertens).
Tra le donne individual, l’età media è 25 anni, la più giovane ha 17 anni (Olivia Kerstetter) e la più anziana 34 (Emily Rolfe). L’altezza media è 1,69cm, la più alta è 1,74cm (Matilde Garnes) e la più bassa 1,55cm (Feerozeh Saghafi). Il peso medio 68kg, le più pesanti sono di 75kg (Emily De Rooy, Gabriela Migala) e le più leggere 60kg (Elisa Fuliano, Shahed Budebs).
Gara e podio maschile
Come vi avevo anticipato, quest’anno abbiamo un nuovo vincitore dei Games, vincitore che ha lottato per ottenere la propria medaglia d’oro. Ha lottato durante tutti i 12 eventi (almeno per 10 eventi, poi scoprirete perché) per risalire la classifica, visto che un altro atleta ha tenuto per buona parte della gara la palma di “leader”.
Prima di entrare nel vivo della gara, dobbiamo segnalare 2 cose. la prima è la non partecipazione del bronzo dello scorso anno, quel Ricky Garard che veniva dato tra i papabili per la vittoria finale. La seconda cosa è la gara del campione dello scorso anno: Justin Medeiros termina in 13° posizione, praticamente non entra mai in partita ed ottiene solo 3 piazzamenti nelle prime 5 posizioni. Ha sentito troppo la tensione o c’è dell’altro? (Qui il suo punto di vista in una recente intervista).
Medaglia di bronzo per il ventottenne russo Roman Khrennikov con 801 punti, che l’anno scorso aveva ottenuto un prezioso argento. È stato primo in classifica per buona parte della gara, già nella prima giornata, è arrivato ad accumulare un vantaggio di ben 100 punti sul secondo posto alla fine della seconda giornata, vince 2 eventi (il numero 2 ed il numero 4) ma poi, pian piano, ha visto rosicchiarsi il suo vantaggio fino all’evento numero 10 “Muscle-up Log”, quando è stato scavalcato da colui che avrebbe poi vinto.
A quel punto si sarebbe potuto assistere, negli ultimi 2 WOD, ad una autentica battaglia ma, purtroppo, proprio sul finire dell’evento 10, mentre scendeva dall’ultimo ostacolo, Roman si è rotto il piede sinistro. Ma egli, pur sapendo che per lui la gara era oramai finita, ha voluto partecipare agli ultimi 2 eventi e, nonostante 2 ultimi posti, è arrivato comunque sul terzo gradino del podio. La sua prova di coraggio, gareggiando nonostante l’infortunio, gli è valsa un altro premio, per quanto possa essere un premio di consolazione, di cui parleremo più tardi. Leone vero!
Ottiene la medaglia d’argento un veterano dei Games, il trentatreenne canadese Patrick Vellner, alla sua 9° partecipazione ai giochi. Era già salito sul podio, bronzo nel 2016 e nel 2017, ed argento nel 2018 e nel 2021, ma ancora mai ha provato l’ebbrezza della medaglia d’oro. Atleta solidissimo e completo, vince l’evento 8 e, tranne 2 eventi in cui arriva 27°, è sempre tra i primi 10. Solida certezza!
Era dal 2009 che un non statunitense non diventata campione maschile, ed è la prima volta per un canadese. Signori e signore, salutiamo il nuovo campione dei CrossFit Games 2023, il ventinovenne Jeffrey Adler con 953 punti. Dopo una prima giornata non troppo esaltante, con un 25° ed un 15° posto nel 2° e 3° evento, il signor Jeffrey inizia la sua scalata verso la vittoria un passo alla volta, una ripetizione alla volta, un WOD alla volta, un piazzamento alla volta.
Con 2 eventi vinti, 2 secondi posti e 6 piazzamenti totali nelle prime 5 posizioni, non solo riduce i 100 punti di svantaggio su Khrennikov, ma riesce a superarlo proprio nell’evento 10. Da quel punto, a causa dell’infortunio del russo, la gara per il primo posto finisce. Negli ultimi 2 eventi Jeffrey mantiene e rimane sempre nelle prime 10 posizioni.
E così, dopo essere stato un semplice volontario ai Games del 2017, alla sua 5° partecipazione consecutiva ai giochi, dopo aver vinto gli Open 2023 e la semifinale “Nord America West”, corona la sua strepitosa stagione con il titolo di “uomo più in forma del pianeta”. Davvero complimenti!
Gara e podio femminile
Per la prima volta dal 2017 la donna più in forma della terra non sarà Tia-Clair Toomey, l’abbiamo già detto. Oltre a ciò, ben 5 delle 10 finaliste dello scorso anno non hanno partecipato ai CrossFit Games 2023. Su tutte, l’abbandono eccellente di Mallory O’Brien, tra le più quotate per la vittoria quest’anno, avvenuto prima delle semifinali.
Nonostante queste premesse, o grazie a queste premesse, la lotta tra le donne è stata bella ed appassionante. Come avvenuto nella compagine maschile, la vincitrice è riuscita nell’aureo obiettivo soltanto dopo una lunga rimonta che l’ha portata sul trono. In questo caso, galeotto è stato l’evento numero 11, “Parallel-bar Pull”.
La ventinovenne statunitense Arielle Lowen, alla sua terza partecipazione consecutiva ai giochi, ottiene la medaglia di bronzo con 883 punti. Pur non vincendo alcun evento, ottiene un secondo posto e tre terze posizioni, oltre a dimostrare una buona solidità. Ciò le ha permesso di mostrare la bandiera a stelle e strisce sul gradino più basso del podio femminile, altrimenti dominato da altri vessilli. E ricordiamo che la signora Arielle è mamma di una bambina. Esempio per tutte!
Medaglia d’argento per la diciottenne canadese Emma Lawson con 919 punti. Giovane, bella, determinata, alla sua terza partecipazione consecutiva ai Games (nel 2021 aveva vinto la categoria 16-17 anni) conferma di essere il presente ed il futuro di questo sport.
Ottiene la testa della classifica alla fine del 2° giorno, dopo il 6° evento “Helena”. Macina prestazioni nella 3° giornata, aumentando il suo vantaggio sul secondo posto. Ma, nell’ultima giornata, subisce le gesta di colei che avrebbe poi vinto. Comunque sia, con 2 vittorie, 4 posizionamenti in totale nelle prime 5 posizioni nonostante la sua giovane età, non può che ritenersi più che soddisfatta. Viva la giovinezza!
La nuova campionessa mondiale di CrossFit, la donna più in forma della terra, proviene dalla città simbolo della terra magiara. Mentre in Italia, nel 1997, ballavamo sulle note di questa canzone, lei nasceva a Budapest da 2 insegnanti di educazione fisica.
Da giovane ha intrapreso l’agonismo nello sport dell’arrampicata fino a che, nel 2014, non ha conosciuto il CrossFit. Ha partecipato 6 volte ai CrossFit Games e nel suo primo anno, il 2018, ha conquistato il 2° posto ed il premio “Rockie of the Year”. È salita ancora sul podio nel 2021, nuovamente con un argento, e poi con un bronzo nel 2022.
Signori e signore, stiamo parlando, ovviamente, della ventiseienne Laura Horvath che diventa campionessa dei CrossFit Games 2023 con 966 punti.
Per una buona parte della gara in seconda posizione dietro alla Lawson, la sua potenza e la sua tenacia le hanno permesso di prendere la testa della classifica nell’ultima giornata, proprio quando le vittorie contavano di più, essendo di 5 punti la differenza tra i piazzamenti nei workout. Non a caso nell’ultima giornata vince 2 eventi ed arriva 4° nell’ultimo. In totale ottiene la bellezza di 7 piazzamenti nelle prime 5 posizioni e ben 5 vittorie. Superlativa!
Il podio a squadre
Dopo lo strapotere di Mayem con Rich Froning negli anni precedenti, quest’anno l’alloro di campioni va alla squadra statunitense “CrossFit Invictus”. Al secondo posto arrivano gli statunitensi di “CrossFit East Nashville PRVN”. Sul gradino più basso del podio i norvegesi di “CrossFit Oslo Navy Blue”.
Altri premi
La statunitense Olivia Kerstetter, che a soli 17 anni ha gareggiato negli individual, vincendo anche l’ultimo evento e piazzandosi in 16° posizione, ha ottenuto il premio “Rockie of The Year” che premia il miglior atleta esordiente.
Tecnicamente avrebbe dovuto gareggiare nella categoria 16-17, in cui è arrivata 1° nelle semifinali, ma dopo la qualifica, ha continuato il percorso negli individual e si è qualificata anche per la categoria regina. Questo perché, secondo il regolamento dei Games, anche se per l’età si può partecipare negli age group, non è vietato iscriversi alla categoria individual (per la serie “anche se teoricamente sei svantaggiata a causa della tua età, se vuoi gareggiare con i forti fai pure”).
La ventunenne statunitense Alex Gazan ha invece vinto il premio “Most Improved” per aver migliorato le sue prestazioni rispetto allo scorso anno. Se nel 2022 era arrivata 24° alla prima partecipazione ai Games, quest’anno ha ottenuto un onorifico 5° posto.
Va, naturalmente, a Roman Khrennikov il premio “Spirit Of The Games” per la sua prova di coraggio dimostrata nel voler comunque scendere nell’arena ed affrontare gli ultimi 2 eventi, nonostante la frattura al piede. Il russo ha dichiarato che lo ha fatto per insegnare a suo figlio, con l’esempio, cosa significhi lottare fino alla fine. Una delle scene più iconiche di questi CrossFit Games 2023 saranno certamente i suoi double under su una sola gamba, sotto lo sguardo, tra l’incredulo e l’ammirato, del leader Jeffrey Adler.
I risultati degli italiani ai CrossFit Games 2023
Vesto i panni del cavaliere ed inizio proprio dalla nostra fanciulla, Elisa Fuliano. Soddisfatta della sua seconda partecipazione ai Games, supera entrambi i tagli e termina la gara in 20° posizione. Da ex ginnasta quale è, ottiene un ottimo 2° posto nella prova “Inverted Medley”, un concentrato di verticali in tutte le salse e del nuovo movimento pull over.
Antonio Silvestro, nella categoria adaptive “multi extremity” giunge al 4° posto su 4 atleti (1 atleta qualificato non ha partecipato). Il suo miglior piazzamento è un secondo posto nei 5km di corsa. Sulla sua esperienza, in basso trovate direttamente il suo punto di vista.
Andrea di Salvatore, nella categoria 45-49, termina in 7° posizione, con un 2° posto nei 5km di corsa ed un 3° posto nell’evento “Gymnastics Chipper”. Se volete sapere tutto della sua gara, tra un pò vi aspetta la sua corposa ed appassionata testimonianza.
Gerardo Schiatti, nella categoria 60-64, finisce anch’esso in 7 posizione, con un terzo posto nell’evento “Helen”. Come prima esperienza non è affatto da buttare. Anche lui ha voluto lasciarmi la sua testimonianza.
Le testimonianze
Ecco a voi il punto di vista diretto dei protagonisti dei CrossFit Games 2023 che hanno voluto dedicarmi il loro tempo. E di questo non posso che ringraziarli.
Andrea di Salvatore
Questo per me era il primo anno ai Games, ero un rookie categoria 45-49. È stata un’esperienza incredibile.
Adesso la sto vivendo un po’ meglio perchè, finita la gara, i primi giorni, ero molto arrabbiato per il risultato ottenuto. Non perché fossi arrivato qui per vincere o fare podio ma perché, visti gli avversari, sono sicuro che avrei potuto fare meno errori o forse potevo dare più di quello che in realtà ho dato. In realtà, a mente fredda, mi sono reso conto di aver performato e di aver dato dove dovevo dare, e mi sono difeso dove dovevo difendermi. Un po’ di rammarico ce l’ho giusto nell’ultimo WOD che adesso ti racconto.
Questo è stato l’utimo anno a Madison, l’anno prossimo si cambia, non si sa ancora dove, e non si sa neanche se i master saranno inclusi nella settimana dei Games. Questo lo sapremo più in là. Il posto è incredibile, l’atmosfera è pazzesca. Già avevo fatto delle gare internazionali, ero stato due volte al “Wodapalooza” a Miami, dove anche lì stai a contatto con gli atleti migliori. Ma a Madison c’è più attenzione ai dettagli, ti fanno sentire un vero atleta, è tutto organizzato alla perfezione. Loro non sbagliano praticamente in nulla, sia negli orari di check in che di check out, nel riscaldamento, negli inviti, quando ti danno il vestiario, sei praticamente attenzionato con mail continue durante tutto il giorno.
Il gruppo Italia un pochettino ridotto quest’anno, eravamo solo in quattro come ben sai: io, Elisa Fuliano, Gerardo Schiatti ed Antonio Silvestro per la categoria adaptive. Pochi ma buoni. I rapporti sono stati sempre perfetti, non ci sono stati problemi soprattutto quando siamo stati insieme. Nella cerimonia di apertura, il momento in cui dovevamo portare la bandiera, è stata un’emozione forte. Portare la bandiera era una cosa che non mi era ancora capitata in una manifestazione di questo tipo. Molto molto bello.
Per quello che riguarda i miei workout, il miglior piazzamento è stato il secondo posto nella corsa sui 5km, stupendo il ricordo di tutta la folla durante il percorso. È stato bellissimo. Il ricordo è nitido e pazzesco: mi sembra ancora di sentire le persone che applaudono durante il nostro passaggio.
Un terzo posto nel WOD di ginnastica che poteva essere un primo o un secondo, se non fossi scivolato subito nell’handstand walk, nei primi metri, perché dovevamo fare 15 metri consecutivi. Quindi ho dato nove, dieci, dodici metri di vantaggio ai miei avversari per poi recuperarli nel corso del workout e prendere un podio anche in questo. Un quarto posto in “Helen”, con 400 metri di corsa, 21 American Swing con la kettlebell e 12 pull up. Anche qui, secondo me anziché un quarto poteva essere un secondo, un terzo o un primo posto, ma anche lì devo capire bene dove si può gestire di più.
Poi ci sono stati i workout pesanti. Il deadlift slitta è stato pesantissimo con le tre arrampicate alla fune. 3 round con 3 salite alla fune, 10 deadlift a 160kg e 3 tornate di slitte. Quindi 30 deadlift a 160kg, veramente impegnativi, pensavo di non riuscire a portarlo a termine. Invece ho fatto i deadlift come mai prima, li ho divisi 5+5, 5+5, 7+3 ma tanta roba eh. Per un master quarantacinque, fare trenta ripetizioni in un workout più la slitta è veramente tanta roba! Sono arrivato 6° in questo WOD. Anche nel chipperone iniziale non è andata male, anche lì ho preso un 6° posto. Ricordiamoci che ho gareggiato con degli atleti USA che sono degli animali, sono molto più abituati di noi europei a sollevare carichi.
Sono proprio i carichi la differenza tra noi europei e gli statunintensi. Infatti nelle alzate ho preso un 8° posto pari merito che poi è diventato decimo per tie break ma i kg alzati sono quelli. Pensa che la finale era con i manubri da 32,5kg, e noi in Europa massimo lavoriamo con i 22,5kg, 10kg per lato in più veramente tanta roba. Anche lì ero cotto e finito, esercizio molto pesante che non ero stato in grado di preparare nei mesi precedenti perché, solitamente, non si fa nei master 45-49. In questo sono stato un po’ sfigato. Prima della finale avevo un 5° posto al mondo che non era niente male, poi uscendo da questo esercizio sono sceso al 6° o 7° posto, dipende dal reclamo che è stato fatto, ma non ha importanza. Questo mi lascia un po’ l’amaro in bocca.
Amaro in bocca che ho anche perché è la prima volta in dodici anni che non esce un WOD di nuoto nei Games. WOD di nuoto che avrei dominato, prendendo 100 punti, e che mi avrebbe forse portato sul podio perché le distanze tra gli atleti sono poche. Con un WOD del nuoto probabilmente sarei andato molto alto in classifica, questo mi lascia un po’ l’amaro in bocca. Detto ciò, non ha importanza la missione è stata compiuta e mi lascia più voglia per tornare qui ai Games perché è un’esperienza da rifare, da ripetere.
È stato bellissimo avere tutto il mio team a disposizione. Sono venuti dall’Italia il mio coach, Federico Ticenghi di CrossFit Parioli a Roma, la mia amica di allenamenti Federica Mandrici ed i miei due amici con cui mi alleno. Passare queste due, tre settimane con loro è stata un’esperienza incredibile che ci ha fatto umanamente avvicinare tantissimo. Sono stato fortunato anche per questo.
Adesso mi aspettano tantissimi altri impegni che dovrò capire come gestire: le finali del mondiale di functional fitness a Vancouver tra un mese, il Legend a dicembre e poi Wodapalooza a gennaio e poi il percorso per i Games 2024. Perché, ripeto, quando finisci questa gara sei stanco ma ti dispiace che non calcherai quei palcoscenici per un po’ di tempo. I Games ti lasciano quell’acquolina in bocca, quella voglia di allenarti, di dare ancora di più e prepararti ancora meglio rispetto a come è stato fatto adesso.
Quindi chiudo con un breve resoconto: esperienza assolutamente positiva, da ripetere, organizzazione perfetta, WOD molto pesanti, avversari tostissimi, gli statunitensi su tutti. Comunque sia, torno a casa con il primato europeo, sono il primo atleta classificato tra gli europei, questa è bella soddisfazione. (Tecnicamente il 2° posto è di un atleta con cittadinanza bielorussa ma che vive e si allena da tanti anni negli USA)
Mi fa capire quanto sono cresciuto nel mio percorso ma voglio arrivare agli americani! Ne ho battuto uno solamente, voglio battere quelli che mi sono arrivati davanti. Aver superato, in 2 WOD, il campione del mondo Jason Grubb, è un punto di partenza, non un punto di arrivo.
Gerardo Schiatti
Nonostante abbia fatto decine di gare in Italia ed Europa, i Games rimangono la gara delle gare! È tutto grande, dagli spazi all’organizzazione, dal numero degli atleti e degli spettatori. Per cui, oltre all’emozione, il sentimento con cui ti devi confrontare e che devi affrontare è l’ansia. Quindi, se devo dare un consiglio ai più giovani (e non solo), allenatevi molto nel fisico, ma anche e soprattutto nella testa! Ormai tutti gli atleti hanno uno spazio giornaliero anche per la meditazione.
Comunque, il momento più bello di tutti è stata la parata! Sfilare noi quattro italiani per lo stadio di football con la bandiera è stata un’emozione che vale più della gara. La quale in realtà è sì dura, (8 WOD in 3 giorni per noi sessantenni non sono pochi), ma non molto differente da altre competizioni.
Cosa mi porto a casa? La parte più difficile rimane la qualificazione. Se la vuoi raggiungere devi avere dentro di te soprattutto una cosa: la determinazione!
Antonio Silvestro
Sono Antonio Silvestro, un atleta CrossFit adaptive affiliato al box “CrossFit Avellino”, ho 34 anni, sono nato e vivo in provincia di Avellino. Pratico CrossFit da circa 6 anni, in un primo momento facevo le classi mentre, da quando ho ottenuto le qualifiche ai Games, sono diventato un vero e proprio “competitor” quasi a tempo pieno.
Che dire dei CrossFit Games 2023: è una esperienza oltre ogni immaginazione. Avevo delle aspettative ma sono state ampiamente superate. Avevo una vaga idea di quanto importante fosse questo evento ma non immaginavo che fosse una realtà così. Da quando ho messo piede a Madison ci ho capito ben poco, in un primo momento.
Ho notato, sin da subito, che l’atleta è al centro di ogni loro pensiero e preoccupazione. Sia al North Park che al Coliseum si respirava sempre un’aria di festa, si vede che loro vivono di sport e di spettacolo, a prescindere da nazionalità e livello. Ho visto incitare sia i primi che gli ultimi. È un’esperienza che ti fa crescere.
In Italia dovrebbe farci tanto riflettere. A Madison ho visto una grande comunità, che accomuna dai più forti individual fino agli anziani, ai giovani ed agli atleti con disabilità. Spettacolo assurdo, organizzazione impeccabile: quando organizzano gli americani c’è poco da fare, sono i migliori.
Pensa che il 1° agosto, quando sono entrato al North Park per i primi eventi, era la mia prima competizione, la mia prima gara. Ma non solo di CrossFit, in assoluto. Non ho mai fatto gare in vita mia prima dei Games.
Ho fatto gli open quest’anno e le qualifiche per la “Ultimate Box League” di Napoli, a cui non ho partecipato quando ho saputo che ero qualificato per i Games.
I Games sono un’esperienza bella, intensa, unica, senza parole. È solo da qualche giorno che sto metabolizzando tutto ciò che ho vissuto a Madison.
Spero che questa mia partecipazione possa essere uno stimolo affinché molti disabili si avvicinino a questo sport, che possano avere il coraggio anche solo di provare. Io posso testimoniare in prima persona che il CrossFit aiuta molto a superare i propri limiti, non solo fisici ma soprattutto psicologico. E quando si hanno difficoltà che possono portare angosce, paure ed ansie, l’aspetto psicologico è fondamentale.
La mia speranza è che io sia stato solo il primo, e che dietro di me ci saranno tanti altri come me. Da questo punto di vista in Italia siamo indietro rispetto agli altri paesi con cui ho avuto modo di confrontarmi a Madison. Negli altri paesi c’è una vera e propria “Academy adaptive” con allenamenti specifici per persone con disabilità.
Se proprio devo trovare un aspetto che mi è piaciuto meno sono stati i nuovi criteri di iscrizione alla mia categoria. L’anno scorso si chiamava “neuromuscolare” e quest’anno si chiama “multi extremity”. Alcuni atleti non sono stati inseriti quest’anno perché il criterio era avere una disabilità ad almeno 2 arti (una gamba ed un braccio). La cosa è stata rispettata per alcuni ma per altri un po’ meno.
Credo che CrossFit dovrebbe rivedere questi criteri, almeno per la nostra categoria. Un’idea potrebbe essere seguire il progetto di Wodapalooza in cui suddividono la nostra categoria in neuromuscolare minore e neuromuscolare maggiore.
Le mie conclusioni
Prima di chiudere questo articolo, ed andare ad allenarsi immaginando di essere degli atleti da Games, permettetemi le mie considerazioni finali.
Per quanto gli atleti siano di livello mostruoso, c’è sempre da considerare che il vincitore dei Games è quello che, nei 4 giorni di gara, è riuscito meglio a destreggiarsi tra gli eventi che sono stati pensati per quella edizione.
Ma se gli stessi atleti, ad esempio, fossero stati testati nelle prove del 2021 la classifica sarebbe stata la stessa?
E se ci fosse stato più bilanciere e meno sacche o slitte?
E se ci fosse stato il nuoto?
E se gli eventi fossero stati gli stessi ma con un diverso ordine, quindi un diverso punteggio, quindi precedenti o successivi ai tagli?
L’anno scorso ci eravamo domandati se stesse per iniziare una “era Medeiros”. La realtà ci ha dimostrato che non era quella la direzione che avrebbero preso i Games. Anche adesso, dopo la vittoria di Adler potremo essere tentati di fare la stessa previsione. Ma, direi, meglio metterci alla finestra e vedere cosa ci riserverà il futuro. Adler, Garard, Khrennikov, Vellner, Fikowski e chissà quali altri atleti esordienti potrebbero scrivere la storia del CrossFit, l’anno prossimo. Ed io, speriamo, sarò qui a raccontarvelo.
Nelle donne invece, l’attuale capobranco Horvath, sarà in grado di rintuzzare gli attacchi delle giovani leonesse Adams, O’Brien, Gazan e di tutte coloro che vorranno prendersi il primato femminile?
Finisco parlando degli italiani. La Fuliano sembra attualmente una che, se non altro, può stare con le più forti. Magari non davanti alle più forti, ma comunque può stare con loro. Anche considerando che ha ancora margini di miglioramento, non può che fare piacere. Tra gli uomini, chissà, riusciremo ad avere un maschio italico che potrà giocarsela con i più forti?
Nel frattempo confidiamo nei master ed ora anche negli adaptive, che comunque ci hanno regalato e regalano sempre delle discrete soddisfazioni.
Perché il primo risultato è esserci ai Games. E scusate se è poco. Al prossimo anno.